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18 Marzo 2021

Paese che vai, trash che trovi!

Partiamo da un concetto che è un ossimoro: il trash è utile (o del trash non si butta via niente).

Non siete convinti? Immaginate di vedere su una sedia una camicia hawaiana, un paio di bermuda, dei calzini di spugna bianchi e un paio di sandali: quale può essere la vostra reazione?

  1. Che trash! Chi potrebbe indossare un outfit del genere?!?!
  2. Toooop! Mi piace, quest’estate mi vesto così, mi distinguo dagli altri e mi notano!

Se avete scelto A, e quindi compatite chi sceglie B, vi sentirete migliori, degli eletti, gente di gusto, vi farà stare bene sapere che qualcuno sceglierà B, stimolerà la vostra autostima.

Se avete scelto B… vi sentirete migliori, degli eletti, gente di gusto, vi farà stare bene sapere che qualcuno NON sceglierà B, stimolerà la vostra autostima.

Assurdo? Un po’. Vero? Un po’. La difficoltà, a mio parere, è quella di definire quando qualcosa è catalogabile come trash.

Garzanti offre questa definizione:

  1. si dice di prodotto di comunicazione di massa televisivo, cinematografico, letterario ecc. che riflette un gusto scadente, volgare, di infima qualità.
  2. di pessimo gusto: una casa, un vestito trash.

Come vedete, molto ha a che fare col mondo della comunicazione e gli stessi media sono i maggiori veicoli e diffusori della cultura e dei contenuti trash. Come al solito la svolta sono stati il web, le videocamere degli smartphone e i social: se fino a prima del loro avvento il trash nei mezzi di comunicazione era una scelta editoriale (scommetto che il 90% di voi sta pensando alla D’Urso), i contenuti generati (e diffusi) dagli utenti hanno generato un boom della “spazzatura”. Avere sempre a disposizione uno strumento che può immortalare, condividere e diffondere la foto del nostro amico in camicia hawaiana-bermuda-sandali ha esponenzialmente aumentato la viralità dell’”infima qualità”.

Vi proponiamo la nostra personale classifica di 10 contenuti trash suddivisi in altrettante categorie:

Sportivo: Valentino Rossi. Storiche tante sue iniziative per celebrare le vittorie, una su tutte quando usò una bambola gonfiabile.

Prodotto: le Crocs. Non servono commenti.

Canzone italiana: “C’è da spostare una macchina” di Francesco Salvi. Fine anni ’80, un periodo in cui imperversavano in tv soggetti impresentabili e oltre il trash. Diventò pure un tormentone (di cui avremmo fatto volentieri a meno).

Santino politico: qui la scelta è infinita. Vi proponiamo questo, ricordandovi che cosa aveva in testa la protagonista del film Cameron Diaz, a cui si è ispirata la nostra sindaca per il suo santino elettorale.

Pubblicità: il filone più ricco rimane quello delle battute sessiste, e questo 6X3 sulla patata gratis è il BOTTOM (usare “IL TOP” sembrava fuori luogo).

Esultanza sportiva: Robbie Fowler, Liverpool – Everton, 3 aprile 1999, per protesta contro accuse di uso di cocaina, dopo aver segnato un gol, si “tira su” così l’attenzione degli avversari (e non solo).

Influencer: ricordate Romina e Debora? Le due amiche intervistate nel litorale romano col Calippo in mano? Ecco, hanno un profilo Instagram con quasi 10k follower: non delle star, ma sicuramente trash!

Personaggio TV: Cristiano Malgioglio. Anche qui la gamma offerta era ampissima, abbiamo scelto lui come omaggio alla sua carriera.

Automobile: Ssangyong Rodios. Fortunatamente se ne sono viste poche in giro. Sarebbe carino poter chiedere ad un felice proprietario di questo capolavoro il perché di una scelta così trash.

Video di agenzia di comunicazione: se abbiamo fatto una newsletter sul trash ci sarà un perché…